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Il colloquio di selezione

IL colloquio di selezione è una discussione in cui dovrete prendere parte attiva, in cui entrambe le parti hanno un ruolo importante. il candidato interviene, fa domande, scambia punti di vista e mette in risalto le sue potenzialità.
Abbiate ben presente l'obiettivo che è quello di fare emergere una reciproca convenienza a stabilire un rapporto di lavoro.
Dovrete vendere le vostre capacità, ma anche valutare, sulla base di un insieme di requisiti e di obiettivi, le opportunità di carriera e, soprattutto, di crescita professionale che l'azienda vi propone.
Non dimenticate che siete anche voi a dover valutare e scegliere.

Cosa fare prima del colloquio?

Rileggete il vostro curriculum per essere pronti a raccontarlo o ad approfondirlo.
Raccogliete, quando possibile, informazioni sull'azienda. Per esempio: il numero dei dipendenti, gli eventuali successi ed insuccessi, le caratteristiche organizzative, le caratteristiche del settore nel quale opera. L'iniziativa in questo senso è sempre stata valutata positivamente e dimostra propositività, interesse e automotivazione.
Preparatevi una buona autopresentazione: basta essere sinceri e limitarsi a raccontare le proprie esperienze formative e lavorative con naturalezza, senza esagerare e senza neanche sottovalutarvi troppo e puntando sull'intenzione di valorizzare tutto ciò che serve a farvi apparire adatto al lavoro in generale e a quello in particolare.
Arrivate puntuali, se non con qualche minuto d'anticipo. Accertatevi quindi della data, dell'ora e del luogo dell'incontro.

come comportarsi durante il colloquio?

Portate con voi il vostro CV e dimostratevi sorridenti, abbiate la volontà di guardare negli occhi il vostro selezionatore, riflettete prima di rispondere e scandite bene le parole mantenendo un tono di voce controllato e colloquiale, indice di tranquillità.
L'atteggiamento quando parlate non dev'essere di chiusura, per esempio, evitate le braccia conserte o posizioni di estrema rilassatezza che potrebbero risultare fittizie.
Dimostratevi collaborativi ed esprimete interesse per il lavoro, chiedete informazioni dettagliate sulle mansioni, sulle prospettive professionali, senza affrontare subito l'aspetto economico.
Preparatevi a rispondere a svariate domande, soprattutto sulla vostra formazione scolastica e sulle vostre precedenti esperienze di lavoro. Domande come queste hanno risposta facile.
Mentre è bene saper rispondere a questioni inerenti la sfera emotiva, creativa e cognitiva.
Sono le domande più varie e anche quelle più temute.
Un esempio di domanda di questo genere è:
Qual è il vostro sogno nel cassetto?
Come si vede tra 10/15 anni?
Per quanto riguarda domande come queste, dipende dalle vostre ambizioni e dalle vostre esigenze. C'è chi, dopo una formazione di studi scientifici e dopo esperienze di lavoro attinenti e coerenti con gli studi eseguiti e con gli interessi ambiti, vuole diventare un ingegnere piuttosto che un insegnante, e c'è invece chi, dopo studi in matematica e università di economia, al momento del colloquio si trova rispondere che tra dieci anni si vede con marmocchi e famiglia…
Altre domande a titolo d'esempio potrebbero essere:
motivate la scelta dei vostri studi oppure, che cosa credete di poter fare? Una possibile risposta al primo quesito sarebbe, per esempio, l'interesse alla letteratura, e quindi agli studi umanistici in generale.
Così, una formazione tipo potrebbe iniziare dalla scelta del liceo classico, alla frequentazione di università orientate all'area della comunicazione o a lettere moderne. E poi gli stage frequentati, il diploma e la laurea ottenuti, potrebbero rappresentare buone basi per affrontare, per esempio, un lavoro caratterizzato al coordinamento in team, piuttosto che per posizioni manageriali, o particolari attitudini ad interagire con le persone, rispondendo così alla domanda sul che cosa sapete fare.
Rispondete sempre e comunque con chiarezza: i punti di forza? Grande senso organizzativo.
I punti di debolezza? Diplomazia a rischio, nei momenti di stress.
Oppure, perché dovrebbe lavorare per la nostra azienda? Perché penso di essere la risorsa giusta per voi, perché rispondo a tutte le caratteristiche richieste, perché la vostra linea di prodotti, la vostra filosofia d'azienda e il settore in cui opera, sono tutti elementi per me di grande interesse e motivazione, e così via…
Il discorso è troppo vario e variopinto per cercare di fornire una rigida catalogazione di possibili repliche e poi è ovvio pensare che ognuno di voi abbia pronta una buona risposta. Ma pensiamo anche che consigli ed esempi come questi, possano in certi casi tornar utili.
Cosa fare dopo il colloquio?
Fate mente locale e cercate di individuare gli eventuali errori commessi, le dimenticanze, gli aspetti positivi, sarà utile per i prossimi colloqui.
Non assillate di telefonate l'azienda: è bene fare una telefonata dopo circa un mese, ma non prima.
Ricordate comunque che per imparare a nuotare bisogna buttarsi in acqua, quindi non disdegnate anche dei colloqui che apparentemente non vi interessano.
Più ne fate, più la possibilità di migliorarsi di volta in volta aumentano.